Greta Hamilton in pursuit of the silver fan
Greta Hamilton and The secret of the stones of light
RECENSIONI
RECENSIONE DI CINZIA BALDAZZI al mio romanzo Fantasy “GRETA HAMILTON e il segreto delle pietre di luce”
Ad Aprilia (RM), lo scorso 2 dicembre, l’Associazione L@ Nuov@ Mus@ ha organizzato l’annuale incontro “Aspettando il Natale… Poesie sotto l’albero”, alla presenza di numerosissimi poeti da ogni parte d’Italia.
In apertura, sotto il coordinamento di Carmelo Salvaggio e Fiorella Giovannelli, è stato dedicato uno spazio al romanzo Greta Hamilton e il segreto delle pietre di luce. L’intervento della dr.ssa Cinzia Baldazzi, scrittore e critico letterario, ha ripercorso il contesto del genere “Fantasy” nel quale si inscrive il libro di Lara Swan con caratteristiche di tradizione e allo stesso tempo innovative.
Qui di seguito il testo del discorso pronunciato.
Cinzia Baldazzi
Greta Hamilton e il segreto delle pietre di luce
Appunti sull’opera di Lara Swan
Il romanzo Greta Hamilton e il segreto delle pietre di luce di Lara Swan si inserisce in quella tipologia del genere “Fantasy” sviluppata tra il XIX ed il XX secolo. Gli elementi dominanti risultano il mito, il soprannaturale, l’immaginato, l’allegoria, la metafora, il surreale. Ma, attenzione, nel filone entrano solo le vicende irreali i cui simboli non vengono spiegati in maniera scientifica. Inoltre, il “Fantasy” viene di volta in volta associato o contrapposto ai sottogeneri del repertorio fantastico, di fantascienza, horror.
Tale fisonomia letteraria ha dietro di sé una lunga avventura. Nasce dai capolavori classici, greci e romani (l’Iliade e l’Odissea di Omero, l’Eneide di Virgilio), dal territorio mesopotamico, dall’India di Gilgamesh; più tardi, trova antecedenti nelle saghe epiche medievali e nei testi dell’epopea scandinava, come l’Edda in prosa di Snorri Sturluson, l’Edda poetica, l’anglosassone Beowulf e il gallese-irlandese Mabinogion. Un ruolo altrettanto importante ebbero le opere di matrice romanza, normanne o francesi, come il ciclo di re Artù con i cavalieri della Tavola rotonda e quello carolingio della Chanson de Roland, le leggende bretoni di Chrétien de Troyes, il Parsifal di Wolfram von Eschenbach.
Nell’attualità il “Fantasy” utilizza anche mitologie non europee: azteca, egizia, giapponese. Appunto di origine nipponica appaiono i nomi di alcune figure del volume della Swan: Yoshiko Kimura, sorella dell’avvenente Lyashan; il sovrano Takeshi, con il fratello principe Kimi Sasaki. Sono personaggi di una delle storie uscite per incanto dal libro intarsiato con cinque pietre di luce intorno a icone dorate e argentate di una Fenice e di un Drago, appena la protagonista Greta Hamilton lo sfiora. La ragazza penetra in un antico convento seguendo una farfalla, in parallelo analogico alla giovanissima eroina di Lewis Carroll di Alice nel Paese delle Meraviglie, quando dapprima segue il Bianconiglio nella sua tana, quindi oltrepassa lo specchio di casa.
Quando aveva visto la farfalla uscire dal cono d’ombra e posarsi su di una margherita gialla, aveva sgranato gli occhi. Sotto i raggi del sole, le ali bianche si erano tinte di mille colori sgargianti, o così le sembrava.
Dopo aver disegnato un arco variopinto, la nuova amica era scomparsa tra i folti rami di edera che ricoprivano il muro di cinta. Lei era corsa verso quella cascata verde e l’aveva cercata, invano. La delusione di averla persa era stata ripagata da una sorpresa. Nel muro c’era un piccolo varco dove solo un bambino poteva passare. Due cardini arrugginiti erano i testimoni di una grata, forse tolta e mai rimessa. Un passaggio segreto che lei aveva tutta l’intenzione di attraversare…
Nel 1936 un professore di Oxford, inventando lingue di popoli immaginari, diede alle stampe Lo Hobbit ; poi, nel 1954, Il Signore degli Anelli. Alludo a J.R.R. Tolkien, considerato il padre della categoria “Fantasy” e, soprattutto, tra i primi a combattere a livello di mercato affinché questo insieme espressivo tecnico-semantico divenisse alta letteratura, conquistando persino una candidatura al Nobel nel ’61. E non posso dimenticare Joanne Rowling, la ricchissima autrice della serie di Harry Potter.
Auguriamo il medesimo destino editoriale all’opera di Lara Swan. Nel suo romanzo, la visione della vita, del conflitto per affrontare paure, obbedire a doveri, svelare misteri, acquista una notevole carica emotiva ed esistenziale. È la lotta tra il bene e il male il nodo cruciale di questa vicenda, collocata nella più piccola repubblica del mondo, San Marino, nel microcosmo perfetto per una trama-intreccio incentivata dal coraggio, dalla forza dell’alternativa.
Le res gestae dell’epos e del “Fantasy”, ambientate in un’area geografica eterogenea, hanno coinciso con il topos dello spostamento, del viaggio, della ricerca: infatti, il segreto di Greta Hamilton trapelerà solo quando avrà rintracciato le “pietre” del titolo, dislocate ognuna in un differente luogo dello stato sul Monte Titano; e, in virtù del loro prezioso bagliore, assisterà a dimensioni reali alternative all’hic et nunc tangibile.
Una simile classe narrativa, purtroppo, ha goduto per molto tempo, in Italia, di scarsa ricettività: per buona parte del Novecento, forse ciò è avvenuto a causa dell’influenza di Benedetto Croce, grande antagonista sul piano estetico, a discapito dei contributi poetici o critici, innovatori, assai convincenti, di Gabriele D’Annunzio, Guido Gozzano, Antonio Gramsci. Insomma, fu eretto un muro di sbarramento tra la letteratura “insigne” e quella commerciale, cosiddetta appunto “di genere”. Qualche esempio altamente ispirato (con modello lo statunitense Edgar Allan Poe), a dire il vero si è avuto pure grazie alle tematiche elaborate dagli Scapigliati.
Ciononostante, il gusto dei nostri connazionali, dei lettori adulti, acquirenti dei libri anche per i loro bambini, ha rifiutato a lungo di valutare la creatività fantastica come prosa di rango superiore. Per fortuna, l’atmosfera è poi cambiata con Massimo Bontempelli, Tommaso Landolfi, Giorgio Manganelli, e soprattutto, su versanti opposti, con Dino Buzzati e Italo Calvino.
Secondo Antonio Scurati, l’opinione negativa dell’intellighenzia circa il “Fantasy” qui da noi sarebbe figlia di un più ampio pregiudizio ai danni del romanzo in sé. A parere di Edoardo Rialti, studioso e biografo di Tolkien, gli snodi cruciali della storia del repertorio nazionale moderno – compresa, aggiungo io, la simbologia della Swan – avrebbero infine saldato la tendenza pop di matrice anglosassone con antiche e colte tradizioni italiane di fantasia.
Ma non dimentichiamo che tutto ha inizio quando si aprono alcune pagine misteriose…
In un arcobaleno luminescente apparve un grosso libro.
Oh, non era un libro qualsiasi di quelli che lei aveva visto nella biblioteca dell’Istituto.
Era diverso. Molto diverso.
Sulla copertina cinque pietre ovali, di diversi colori, attorniavano un bassorilievo in oro e argento.
Greta si sedette sui talloni e fissò ammaliata quel tesoro. Appena mosse il libro, le pietre trafitte dai raggi del sole si accesero di luce. Bagliori di rara bellezza esplosero improvvisi e mandarono lampi in tutte le direzioni.
Scheda biografica
Cinzia Baldazzi, romana, classe 1955, si è laureata in Lettere Moderne alla “Sapienza” in Storia della Critica Letteraria. Giornalista pubblicista alla fine degli anni ’70, è stata cronista teatrale su quotidiani e periodici.
Si occupa di critica letteraria sul sito “On Literature”. Tra le pubblicazioni, Passi nel tempo (2011), commenti a quindici poesie di Maurizio Minniti; EraTre (2016), libro “a sei mani” con il poeta Concezio Salvi e il pittore Gianpaolo Berto; Orme poetiche (2016), antologia di poeti (curata da Pasquale Rea Martino) nei quali ha rintracciato una corrente di poetica leopardiana attuale. Nel corso del 2018, dei libri usciti con il suo corredo critico, ricordiamo tra gli ultimi La penombra dell’anima di Nicola Foti in primavera, Le orme dei giorni di Antonio Damiano in autunno.
Nel 2018 ha ricevuto il Riconoscimento alla Carriera “Labore Civitatis” all’interno della XIX edizione dell’evento “Tra le parole e l’infinito”.
È autrice di introduzioni e postfazioni ad antologie poetiche, partecipa a vari concorsi come giurata o Presidente di Giuria, cura scritti critici su vari esponenti di arte astratta e figurativa.
Svolge da tempo un’intensa e riconosciuta opera di diffusione della poesia attraverso divulgazione di nuovi autori, presentazione di libri, organizzazione di incontri tra poeti, coordinamento di reading, interventi critici all’interno di eventi di caffè letterari.
Il suo blog http://lamemoriadiadriano.blogspot.com/ è dedicato a letteratura, arte e musica.
Questa è la bellissima recensione di Massimo Merlino, Prof dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino.
In un mondo di telefonini, twitter, youtube, ci si sente ormai a disagio nell’accostarsi a un testo scritto più lungo di qualche rigo. Sembrano emergere sensazioni dell’ infanzia per chi ha vissuto ancora in un mondo letterario e ricorda il fantasticare dei pomeriggi di vacanza estiva su un libro di favole, poi nelle giungle di Salgari, fino agli eroi greci. Come il tornare in luoghi cari spesso delude per i cambiamenti avvenuti, così mi sono avvicinato a questo lungo racconto col timore di un dejà vu un po’ appassito dal tempo e non abbastanza stimolante nella realtà virtuale in cui oggi viviamo. Anche se le vivaci illustrazioni filtrate come attraverso occhi di bambini ti invogliano a lasciarti andare a dolci fantasie, la realtà della lettura è profondamente diversa. Si precipita vertiginosamente in un caleidoscopio di personaggi e immagini vorticose, con un racconto che si svolge su più piani contemporaneamente, l’attualità dei freschi sentimenti di una ragazza, l’esoticità romantica delle passioni in ambienti favolosamente orientali, le trame eterne del bene e del male e le lotte degli spiriti simbolo della luce e delle tenebre. Non ci si può più staccare dal testo fino alla fine, presi dalle vicende, dalla varietà delle situazioni, dallo stile travolgente. Sono stato e ragazzo e adulto nella lettura perché certo non si può definire un libro solo per ragazzi. C’’è un tessuto coinvolgente di passioni, di sentimenti, di realtà e magia mescolate che ci porta lontano in mondi rimasti dentro di noi o non ancora svelati, che ti fanno volare dimenticando ogni realtà attorno a noi. La scrittrice ha ben altra tempra che quella di una romantica signora all’inglese, è un concentrato di fantasia ma ben consapevole delle passioni umane. Un ragazzo qui cresce rapidamente e diventa consapevole di cose ben più grandi del suo mondo abituale, vive uno spaccato affascinante di tutto quello che incontrerà da adulto nella sua vita, non si tratta di semplice evasione. Nel cinismo abbrutito di tutti i giorni pieni di immagini senza vita, un tuffo nella vita vera, nel ribollire delle emozioni, nella riflessione sulle misteriose energie che ci circondano e che solo vagamente percepiamo. L’amore per San Marino ha generato un altro piccolo/grande miracolo, creando atmosfere che qui si percepiscono di più che altrove.